La storia dei Mercatini di Natale
Breve storia e qualche curiosità sui Mercatini di Natale in Italia e nel Mondo
Come i mercatini di Natale sono diventati un classico della tradizione natalizia
Ogni stagione natalizia, i mercatini di Natale trasformano le piazze principali delle città di tutta Europa in paesaggi invernali meravigliosi.
Casette di legno addobbate con luci scintillanti e rami di agrifoglio fiancheggiano le strade, le bancarelle vendono ornamenti intagliati a mano e statuine del presepe, insieme a tazze di glühwein (vin brulé) bollenti, mentre nell’aria si diffondono canti natalizi.
Soltanto in Germania, dove la tradizione è nata, ci sono normalmente dai 2.500 ai 3.000 mercatini di Natale all’anno.
Per secoli, i mercatini di Natale hanno portato allegria e hanno aggiunto un tocco di luce e colore alle lunghe notti invernali.
I mercatini di Natale nel corso della loro storia secolare, si sono adattati ai cambiamenti della politica e dei costumi sociali di ogni nuova epoca, dal Medioevo alla Rivoluzione Industriale, fino all’ascesa del Partito Nazista.
La nostra storia inizia nel tardo Medioevo in alcune zone dell’ex Sacro Romano Impero.
Si ritiene che il precursore dei mercatini di Natale sia il Dezembermarkt (mercato di dicembre) di Vienna, risalente al 1298 circa quando l’imperatore Albrecht I concesse ai negozianti il diritto di organizzare un mercato (Krippenmarkt) per uno o due giorni all’inizio dell’inverno, in modo che i cittadini potessero rifornirsi delle provviste necessarie per superare i mesi freddi.
I Wintermärkte (mercatini invernali) cominciarono così a sorgere in tutta Europa.
Furono proprio i mercati invernali a diventare noti come Mercatini di Natale, i primi dei quali si dice siano stati allestiti in Germania: a Monaco di Baviera nel 1310 circa, a Bautzen nel 1384 e a Francoforte nel 1393 anche se qualcuno sostiene che lo Strietzelmarkt di Dresda potrebbe essere stato il primo vero mercatino di Natale, risalente al 1434.
Questi primi mercatini iniziarono vendendo solo carne, ma, con il tempo, le famiglie locali iniziarono ad allestire bancarelle per vendere cesti, giocattoli e sculture in legno, accanto ad altre che vendevano mandorle, caldarroste e pan di zenzero accompagnati da canti e balli.
Ci sono poche testimonianze sull’atmosfera di questi primi mercati o sul momento in cui sono passati a offrire alberi di Natale, presepi e giocattoli. Alcune illustrazioni ritraggono i tedeschi benestanti che si intrattengono nella piazza principale del mercato, mentre i più poveri facevano acquisti nelle bancarelle di strada.
Queste immagini potrebbero però essere state create da artisti di epoche successive, che immaginavano quello che per loro era un passato natalizio idilliaco con ogni classe sociale al proprio posto.
I primi Mercatini erano chiamati “Mercatini di San Nicola” ed erano organizzati intorno al 6 dicembre, data in cui si festeggiava il Santo.
Nel frattempo i mercatini di San Nicola erano nati anche a Strasburgo a Dresda e Norimberga.
I mercatini ricevettero un grande impulso nel XVI secolo, quando gli insegnamenti del riformatore protestante tedesco Martin Lutero suggerirono che la data più appropriata per scambiarsi regali e festeggiare fosse quella nascita di Cristo piuttosto che quella legata al culto di un Santo.
Era il 1517 e con La Riforma e il conseguente abbandono del culto dei santi, il Mercatino divenne “di Natale” e prese il nome di Christkindlmarkt cioè Mercatino del Bambino Gesù.
Ancora oggi i mercatini di Natale tedeschi mantengono il nome di Christkindlmarkt oppure Weihnachtsmarkt, cioè Mercatino dell’Avvento.
Ancora oggi, molti mercatini terminano il 24 dicembre mantenendo la loro stretta connotazione di Mercatino del periodo dell’Avvento.
Solo con il successo commerciale dell’evento alcuni mercatini sono stati prolungati sino al 1 gennaio o anche fino al 6 gennaio,, come per esempio a Vienna, dove esiste ancora la differenza tra Mercatino dell’Avvento e Mercatino di Capodanno.
La Rivoluzione Industriale ebbe un effetto profondo sui mercati natalizi all’inizio del XIX secolo. L’aumento del tenore di vita e l’emergere della classe operaia alimentarono la crescita dei mercatini di Natale. A Berlino, ad esempio, il mercato di Natale passò da 303 bancarelle nel 1805 a circa 600 nel 1840.
Quando i mercatini iniziarono a rivolgersi alla classe operaia, le élite urbane storsero il naso di fronte ai regali a buon mercato in vendita, mentre la polizia delle città tedesche si lamentò delle masse indisciplinate di lavoratori che li frequentavano.
Anche le forze capitalistiche si rivoltarono contro i mercati alla fine del XIX secolo. I proprietari dei nuovi grandi magazzini del centro si adoperarono per farli spostare per evitare la concorrenza. Da Berlino a Norimberga, le città trasferirono i loro mercatini di Natale in periferia, dove sarebbero rimasti per decenni.
Negli anni Trenta, i mercatini di Natale tornarono nei centri cittadini della Germania, con l’aiuto del Partito Nazista.
All’epoca il Natale non era solo una questione religiosa, con i politici che cercavano di rimodellare le tradizioni per adattarle alle tendenze anticapitaliste o atee. Quando Adolf Hitler divenne cancelliere nel 1933, il suo nuovo partito non perse tempo a trasformare il Natale da festa religiosa dedicata alla pace nel mondo a festa nazionalista che esaltava il patrimonio tedesco.
Come scrivono alcuni storici, i funzionari del partito inserirono immagini naziste nei presepi, riempirono i calendari dell’Avvento con la propaganda del partito e riscrissero canti natalizi come “Silent Night” per sminuirne le connotazioni cristiane.
L’idea di un Natale culturalmente germanico ha però “radici profonde”, si ritiene infatti che molte tradizioni, dai calendari dell’Avvento agli alberi di Natale, abbiano avuto origine in Germania.
I mercatini di Natale furono un elemento naturale nello sforzo di riallineare il Natale all’ideologia nazista, perché erano una tradizione popolare che già esisteva. A Norimberga, ad esempio il mercatino debuttò con una cerimonia di apertura che aveva come protagonista Il Christkind, il tradizionale portatore di doni di Natale nel sud della Germania, una figura angelica tipicamente rappresentata da una ragazza locale dai capelli biondi e dagli occhi azzurri.
Poco dopo, i politici nazisti cominciarono a standardizzare le decorazioni delle bancarelle e gli articoli che i venditori potevano vendere, come ornamenti di produzione tedesca, giocattoli, oggetti di artigianato, bratwurst e dolciumi ritenendo che la vendita di prodotti di produzione tedesca potesse contribuire a stimolare l’economia e a risollevare il morale dei cittadini tedeschi.
E così fu. A Berlino, nel 1934, 1,5 milioni di persone visitarono il mercatino di Natale, un record battuto due anni dopo con due milioni di visitatori. Ma la prosperità economica finì con l’inizio della Seconda Guerra Mondiale.
Nel 1941, molte città chiusero i loro mercati.
Dopo la fine della guerra, i mercatini di Natale tedeschi sono tornati ma sono cresciuti solo nei decenni successivi, quando il boom economico degli anni ’60 e ’70 e l’ascesa del consumismo hanno alimentato la crescita dello shopping natalizio. Questi cambiamenti economici hanno trasformato i mercatini di Natale in eventi culturali di massa con tantissimi turisti che scelgono tour in bus per visitarli.
Il ruolo dei nazisti nel rimodellare i mercatini di Natale fu in gran parte nascosto, anche se molte delle tradizioni da loro istituite rimasero. Quando il mercatino di Norimberga tornò nel 1948, tornò anche la figura del Christkind, anche se con un nuovo prologo, o discorso di benvenuto.
All’inizio del XX secolo, anche i marxisti avevano cercato di riformulare il Natale come una festa pagana piuttosto che religiosa. Più tardi, anche il Partito Comunista di Berlino Est avrebbe cercato di allineare il Natale ai suoi valori.
Negli anni ’80 e ’90, i mercatini di Natale in Germania erano diventati così amati da essere esportati a livello culturale.
Città di tutto il mondo, tra cui Stati Uniti, Giappone e India, hanno iniziato a ospitare i propri mercatini di Natale in stile tedesco, con tanto di bratwurst, glühwein e luci scintillanti.
Nel Regno Unito, il numero di mercatini di Natale è più che triplicato, passando da circa 30 nel 2007 a più di 100 nel 2017 mentre nei paesi attraversati dal Danubio, come Budapest in Ungheria, si organizzano anche crociere fluviali, che toccano i mercatini di Natale che sorgono lungo le sponde del fiume.
I mercatini si sono pian piano diffusi dall’arco alpino (Germania, Austria e Francia) fino all’ Italia solo in tempi piuttosto recenti: basti pensare che il mercatino di Natale più vecchio d’Italia è quello di Bolzano nato soltanto nel 1990.
Dal capoluogo alto-atesino i Mercatini di Natale si sono diffusi nelle vicinanze e sono nati così i Mercatini di Natale di Brunico, Bressanone, Vipiteno e Merano, i cosidetti mercatini del Percorso 5 Stelle che consente di visitare mercatini simili e di lunga storia.
In seguito la tradizione dei Mercatini di Natale si è allargata in tutto il Trentino Alto Adige con altre località come Levico e il suo Parco Asburgico.
Con gli anni i mercatini si sono estesi su tutto l’arco Alpino coinvolgendo località del Piemonte come Torino e Govone e della Valle d’Aosta ma anche più a sud andando ad inserirsi nelle tradizioni storiche locali, come quella dei presepi di Bologna e Napoli o delle fiere nelle piazze delle città del centro Italia come Firenze, Arezzo e Gubbio fino alla Sardegna e alla Sicilia.
Il mercatino di Natale più alto d’Europa
Il mercatino di Natale del Monte Pilatus in Svizzera è considerato il più alto d’Europa, con i suoi 2.132 metri. Per raggiungerlo, i visitatori devono percorrere la ferrovia a cremagliera più ripida del mondo, con una pendenza fino al 48%, per 30 minuti.
Il più strano personaggio di Natale
Il personaggio catalano Caga Tió, o Tió de Nadal, un ceppo di legno con occhi naso e bocca, compare tra i mercatini di Natale durante le festività natalizie in varie forme, tra cui una gigantesca alla Fira de Santa Lúcia di Barcellona.
Caga Tió è un piccolo tronco di legno con un mantello, una faccia sorridente e un nome che si traduce come “tronco che fa la cacca“. Il giorno di Natale o, a seconda della tradizione, alla vigilia di natale, si piazza il “tió” vicino al fuoco e lo si lascia defecare. Ormai il tió non viene più bruciato e, invece, viene obbligato a defecare rapidamente a colpi di bastone, accompagnando il tutto con la cosiddetta canzone del tió. [wikipedia]
I bambini offrono cibo in cambio di regali alla vigilia di Natale e poi lo picchiano con un bastone cantando una canzoncina sperando che defechi i propri regali.
Il più scintillante mercatino di Natale
Il mercatino natalizio Christmas Wonderland di Singapore al Gardens by the Bay è il momento clou imperdibile delle eccitanti celebrazioni di fine anno di Singapore e porta allegria festosa a più di 3 milioni di visitatori di tutte le età fin dal suo debutto nel 2014.
Realizzate a mano da artigiani italiani con legno bianco toscano, le strutture illuminate sono sicuramente uno spettacolo da vedere. Il laboratorio di Babbo Natale, situato all’interno di una palla di neve nella foresta, affascinerà i bimbi con lo spettacolo di Babbo Natale e i suoi elfi che incartano i regali per i bambini.
L’evento dell’anno presenta anche una nuovissima attrazione che offre fantastiche opportunità per i selfie e foto di famiglia. La Walk of Peace è un tunnel di 50 metri illuminato da oltre 60.000 lampadine, mentre Mistletoe Alley sarà addobbato con decorazioni festive.
I Mercatini di Natale più grandi
Alcuni dei più grandi mercatini di Natale d’Europa includono il Christkindlmarkt di Vienna su Rathausplatz, con circa 200 bancarelle in stile capanne di legno, i mercatini di Colonia, in Germania, con 160 bancarelle e nel Regno Unito, il mercatino di Natale di Bath che ne ha di solito 180, tutte addobbate e scintillanti.